Chi Siamo

I Tamburi di Porta Traxia sono un gruppo di percussionisti Medioevali la cui epoca rievocata di riferimento spazia tra XIII el XIV secolo.

L'Associazione Culturale Tamburi di Porta Traxia si é costituita nel 2008 da un gruppo di ragazzi provenienti dai rioni dell'Antico Carnevale di Castellamonte.

Il gruppo si esibisce in eventi medioevali dove il ritmo dei tamburi accompagna combattimenti, cortei ed intrattenimenti vari. Il ritmo dei tamburi mediavali costituisce un utile mezzo per colpire l'attenzione della popolazione e dei visitatori, movimentando così la manifestazione a seconda delle esigenze dell'organizzazione.

I Tamburi di Porta Traxia hanno un repertorio musicale di circa 40 minuti che possono essere distribuiti a seconda delle esigenze dell'evento. La proposta musicale così offerta dal Gruppo, costituisce una nuova alternativa rispetto al repertorio dei numerosi Gruppi di Sbandieratori presenti sul territorio Italiano, mantenendo in questo modo la filologicità relativa all'epoca rievocata dal Gruppo.

Il repertorio musicale consiste in pura ritmica percussiva ovvero eseguito senza l'ausilio della cordiera del rullante. Il nostro lavoro di ricerca storica e musicale é sempre in continua evoluzione.

Nonostante la giovane età dell'Associazione, il gruppo vanta già la propria presenza in importanti eventi nel panorama regionale e nazionale.

Origine del nome Porta Traxia

Il nome dell'Associazione Culturale Tamburi di Porta Traxia prende il nome da una delle 7 porte d'ingresso del borgo Medioevale di Castellamonte. Le porte erano poste lungo le mura Medioevali del borgo antico.

PORTA TRAXIA o PORTA TORRAZZA

Sorgeva più ad Ovest delle altre porte; il portale con le sue mura, sovrastava un fossato per le acque piovane stagnanti e dal quale si dipartiva la Via Croxa (Crosa) verso la collina.
In questo terziere esistevano il Viale di Pegio, derivante da Ruta Pecuum o del bestiame, e la Via Pulenta. L'attuale Via del Casino, denominata Via Traxia, era all'epoca una mulattiera che partiva dalla Porta Traxia e attraversava Spineto fino ad arrivare nelle valli di Pont.
Dalla Porta Torrazza si saliva al castello. Si costeggiavano le mura, entro le quali si trovava la primitiva Cappella di San Rocco, ora distrutta, nei pressi dell'attuale Via Torrazza con Massimo D'Azeglio.
Dalla Porta Fontana alla Porta Torrazza si estendeva il Terziere di Traxia.
di Giuseppe Perotti da Castellamonte e la sua storia, 1990
Delle 7 porte, l'unica ancora oggi vicibile é la Porta Castello, situata nelle vicinanze del Castello di Castellamonte e da cui l'Associazione Tamburi di Porta Traxia ha preso spunto per il proprio Gonfalone.

I nostri Tamburi

Nakers
Le percussioni, o tamburi, utilizzate del gruppo sono realizzate a mano rispettando le antiche tecniche di costruzione degli strumenti medievali ovvero, Tamburi di Terracotta chiamati Kettle Drum o Nakers o in legno.

I tamburi erano già conosciuti presso i Sumeri e, dal V secolo a.C., anche in Grecia. Si ritiene che furono i Mori ad introdurre in Europa questi timpani (nakers), durante l'invasione di Spagna nel 511 d.C. Questi strumenti potevano essere suonati sul dorso del cammello durante gli spostamenti e furono utilizzati anche dai Saraceni a cavallo, sempre in schieramento militaresco. Venivano concepiti, infatti, come strumento da guerra pari per importanza ad un arma.

Strumenti a percussioni simili a questi erano conosciuti nel Medioevo europeo con il nome arabo di Naqqàrra, Naqqàrhe, Naqqàrrye. I termini onomatopeici "Bam" e "Zin" in Persia, sono riferiti rispettivamente al suono grave ed acuto del Naqqàrat.
Nakers
In Algeria ed in Tunisia i piccoli timpani vengono chiamati "Tubaille", mentre in Turkmenistan "cin-daul". Sono molto diffusi nel Mondo Arabo e vengono suonati anche in strada dai mendicanti, attaccati al collo mediante un cordino.

Il naqqàrat sono composti da due elementi a forma di timpano di due dimensioni. Le caldaie sono in metallo (in rame ed in bronzo) e vi viene tesa una pelle di capra per elemento, tirata mediante una legatura a V, in origine con corde di budello.
Il suono piuttosto squillante é prodotto dalla percussione di due bacchette e si distingue in due tonalità: timbro medio, per il tamburo maggiore, ed acuto, per quello minore. Spesso il naqqàra accompagna il suono di zurne e mizmar (strumenti arabi ad ancia) per le vie delle città e nei mercati.
Questi strumenti sono gli antenati dei nostri tamburi moderni e sono stati inizialmente introdotti in Europa dal Medio Oriente e Nord Africa. Nel XIII secolo erano spesso di piccole dimensioni e potevano essere composti da due piccoli tamburi da essere indossati su una cintura intorno alla vita, da un unico tamburo di dimensioni maggiori oppure da due grossi tamburi trasportati a dorso di cavalli, come già detto in precedenza.
Venivano utilizzati per tutti i tipi di occasioni: la danza, le marce, la preghiera, la guerra, per dare l'allarme o per animare le feste. Venivano usati nelle battaglie, oltre a muovere le truppe, per spaventare i cavalli degli eserciti avversarsi, siccome era un suono nuovo, i cavalli erano irrequieti quando sentivano arrivare un esercito accompagnato da un gruppo di tamburi, mettendo in difficoltà i cavalieri che dovevano, oltre che combattere, tenere a bada i cavalli, inoltre davano una carica emotiva ai soldati.

I fusti in terracotta sono stati realizzati su nostre specifiche dal Ceramista Castellamontese Corrado Camerlo. L'argilla é ancora oggi estratta dalla collina Castellamontese, cittadina famosa da secoli per le ceramiche.
Il suono di questi tamburi é unico come unica é la tipologia dell'argilla "Terra Rossa" presente nelle colline di Castellamonte, anche dal punto di vista Geologico.
Altro elemento distintivo che compone i nostri tamburi sono le corde dei tiranti delle pelli, infatti sono corde in canapa, che da secoli veniva coltivata nelle nostre aree ai piedi del Monte Quinzeina. Si presume che il nome Canavese derivi infatti da quest'area dove veniva coltivata e lavorata la canapa.

I tamburi in legno, invece, sono realizzati in legno, pelle naturale e tiranti in corda di canapa. Anch'essi, come i tamburi in terracotta, venivano utilizzati per le danze, durante le battaglie e per intrattenimento, spesso accompagnati da strumenti a fiato.